Il ransomware da mobile più comune, stando al rapporto di KasperskyLab, è il Trojan-Ransom.AndroidOS.Fusob.h e, una volta avviatosi e ottenuti i privilegi da amministratore, cattura tutte le informazioni del dispositivo e ne fa un upload su server infetto. Dopodichè dipende dall’hacker che vede i dati se inviare o meno una richiesta per bloccare il dispositivo.
Secondo Roman Unuchek (analista senior di malware al KasperskyLab) la cybersecurity sta diventando sempre più importante: “La minaccia che si affaccia sull’universo mobile ha creato molto scompiglio nel Q1” – e continua – “I ransomware hanno targetizzato come obiettivo i mobile e questo targeting continua ad aumentare, con nuove famiglie e nuove modificazioni degli stessi ransomware che ormai proliferano. La gente deve tenere in mente che gli hacker possono – e lo faranno – provare a bloccare l’accesso ai dati non solo su PC ma anche sui dispositivi mobili.”
Uno degli elementi più preoccupanti da considerare è che le famiglie di codificatori stanno aumentando. I ricercatori hanno scoperto 11 nuove famiglie e più di 55.000 nuove modificazioni solo nel primo quarto dell’anno. Una valutazione delle vulnerabilità è ora necessaria poiché i ransomware ormai attaccano tutti i dispositivi, sistemi e network.
L’ampiezza di questa minaccia è enorme, stando sempre al rapporto, gli Stati Uniti sono stati il paese più colpito, seguiti da Uzbekistan, Canada, Kazakhstan e Italia. Il ransomware Svpeng è il più pericoloso, permette agli hacker di richiedere dai 100 ai 500 dollari per sbloccare i dispositivi infettati.
Complessivamente KasperskyLab ha riscontrato 479.528.279 attacchi da risorse online, situati in 190 paesi sparsi in tutti gli angoli del globo.
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